Sicurezza Zero Trust: il nuovo standard per le banche italiane che vogliono proteggere dati, clienti e sistemi secondo GDPR, DORA e NIS2.
Le banche locali e cooperative italiane rappresentano un pilastro del sistema economico nazionale. Hanno favorito l’inclusione finanziaria e la digitalizzazione dei servizi anche nelle aree più remote, ma questa trasformazione le ha rese anche più vulnerabili agli attacchi informatici.
Secondo il Rapporto Clusit 2025, il settore finanziario è tra i più colpiti in Italia, con un incremento del 34% degli attacchi in un solo anno. Le minacce più diffuse includono phishing, ransomware e furti di credenziali.
In questo scenario, è evidente che la sicurezza perimetrale tradizionale non è più sufficiente. Per garantire protezione e continuità operativa, le banche devono adottare un modello più evoluto: la sicurezza Zero Trust.
La crescita delle minacce informatiche nel settore bancario
Gli istituti di credito di dimensioni medio-piccole sono spesso considerati obiettivi facili. Gestiscono dati sensibili ma si basano ancora su sistemi legacy o infrastrutture distribuite, meno protette rispetto ai grandi gruppi.
Colpire un piccolo istituto può aprire agli attaccanti un varco nell’intero ecosistema finanziario interconnesso.
Questa vulnerabilità non è solo tecnica, ma anche organizzativa: la mancanza di visibilità sugli accessi e di monitoraggio costante riduce la capacità di rilevare minacce in tempo utile. È qui che il modello Zero Trust trova la sua applicazione più efficace.
Perché la sicurezza tradizionale non basta più
Il modello tradizionale si basava su un presupposto ormai superato: tutto ciò che è dentro la rete è sicuro.
Oggi le reti bancarie sono ibride, distribuite e senza confini: dipendenti da remoto, fornitori esterni, clienti che operano via mobile.
Una volta violato il perimetro, un attaccante può muoversi liberamente nella rete. Questo movimento laterale consente l’accesso a dati e sistemi critici, spesso senza essere rilevato.
La sicurezza Zero Trust nasce proprio per eliminare questo presupposto di fiducia implicita.
Sicurezza Zero Trust: “non fidarti mai, verifica sempre”
La sicurezza Zero Trust si fonda sul principio del “never trust, always verify”(in italiano: non fidarti mai, verifica sempre).
Non importa se la connessione proviene dall’interno o dall’esterno: ogni accesso deve essere verificato, autenticato e autorizzato in modo continuo.
I suoi pilastri operativi sono chiari:
- autenticazione e autorizzazione continue: ogni utente e dispositivo dimostra costantemente la propria identità e integrità prima di ottenere l’accesso;
- accesso a privilegi minimi (least privilege): si concede solo ciò che serve, riducendo drasticamente l’impatto di eventuali credenziali compromesse;
- micro-segmentazione della rete: isolare ambienti e servizi limita la propagazione di un attacco;.
Per saperne di più > Il potere della Segmentazione di Rete; - visibilità e analisi comportamentale: il monitoraggio costante e l’analisi in tempo reale consentono di individuare anomalie e reagire tempestivamente;
Perché Zero Trust è ideale per le banche locali e cooperative
Per le banche territoriali, Zero Trust è un modello realistico e scalabile, capace di rafforzare la sicurezza senza ostacolare l’operatività quotidiana.
Protezione contro minacce interne e furti di credenziali
Zero Trust riduce i rischi derivanti da credenziali rubate o abusi interni, verificando costantemente identità e comportamenti.
Controllo degli accessi di terze parti
Le cooperative bancarie si affidano a fornitori IT e piattaforme esterne. Zero Trust garantisce che ogni soggetto possa accedere solo alle risorse autorizzate e per il tempo strettamente necessario.
Difesa dei sistemi legacy
Molte infrastrutture informatiche non possono essere sostituite nell’immediato. Zero Trust consente di proteggerle con livelli di controllo aggiuntivi e segmentazione, senza interruzioni operative.
Conformità alle normative europee
Il modello è perfettamente allineato con GDPR, NIS2 e DORA, che impongono misure tecniche e organizzative proporzionate al rischio.
Maggiore visibilità e risposta più rapida
La sorveglianza continua consente di individuare, isolare e mitigare le violazioni con tempestività, riducendo downtime e impatti economici.
Come introdurre Zero Trust nella tua banca
L’adozione del modello può essere graduale ma strategica.
- Valuta la postura di sicurezza attuale: identifica asset, utenti e vulnerabilità.
- Rafforza la gestione dell’identità: implementa MFA, SSO e controlli basati sui ruoli.
- Segmenta la rete: limita il raggio d’azione di eventuali intrusioni.
- Monitora continuamente: raccogli dati su utenti, endpoint e flussi.
- Automatizza le policy: garantisci applicazione coerente e aggiornamento costante.
- Forma il personale: la consapevolezza resta la prima barriera di difesa.
Questo approccio progressivo consente di costruire nel tempo una sicurezza Zero Trust solida, senza stravolgere i processi bancari esistenti.
Il futuro della sicurezza bancaria è Zero Trust
La fiducia digitale è la nuova valuta del sistema bancario.
Solo chi adotta strategie Zero Trust può garantire resilienza, continuità e credibilità in un ambiente finanziario sempre più interconnesso e minacciato.
Questo modello consente di proteggere i dati, dimostrare conformità e rafforzare la relazione con i clienti.
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