Resilienza informatica: oltre la consapevolezza, la chiave per difendersi dagli attacchi moderni

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Resilienza informatica: come costruire difese solide e garantire la sicurezza aziendale contro minacce sempre più evolute.

Resilienza informatica e consapevolezza: quando il training non basta

La resilienza informatica è diventata il vero indicatore della solidità di un’azienda in materia di sicurezza.
Molte imprese puntano tutto sulla formazione del personale e sulle campagne di sensibilizzazione, convinte che basti “sapere” per essere protetti. Ma la consapevolezza non è difesa: senza processi e strumenti strutturati, ogni incidente può diventare una crisi.

Un esempio concreto: un grande gruppo logistico europeo, pur avendo completato programmi di cyber awareness e simulazioni di phishing, è stato colpito da un ransomware partito da una chiave API dimenticata in un repository pubblico.
L’attacco ha bloccato la catena di fornitura per oltre due settimane. Nessuna email malevola, solo una mancanza di resilienza informatica: nessun controllo automatizzato, nessuna visibilità continua, nessuna procedura di risposta.

Secondo il Rapporto Clusit 2025, l’82% degli incidenti informatici rilevati in Italia nel 2024 ha avuto un impatto diretto sulla continuità operativa delle aziende. Il dato conferma che la formazione, se non accompagnata da piani di resilienza, non riduce il rischio effettivo.

Cos’è la resilienza informatica e perché è indispensabile

La resilienza informatica è la capacità dell’azienda di resistere, adattarsi e riprendersi da un attacco, garantendo la continuità dei servizi essenziali.
Non si limita a prevenire gli incidenti: mira a ridurre l’impatto e ripristinare rapidamente l’operatività.

Secondo il Threat Landscape Report 2024 dell’ENISA, il 67% delle aziende europee ha subito almeno un incidente informatico rilevante nell’ultimo anno, e il 37% non disponeva di un piano di risposta strutturato.
La resilienza informatica nasce per colmare proprio questo divario tra prevenzione e reazione: non basta implementare misure di sicurezza, serve un sistema capace di funzionare anche in condizioni di crisi.

L’approccio resiliente unisce tre dimensioni:

  • tecnologica, con soluzioni di protezione avanzate e automazione della risposta;
  • organizzativa, con ruoli e procedure chiari in caso di emergenza;
  • culturale, con una mentalità orientata alla sicurezza continua.

Un’azienda resiliente non teme l’incidente: lo anticipa, lo gestisce e ne esce più forte.

I pilastri della resilienza informatica: visibilità, vigilanza e reazione

La resilienza informatica si costruisce attorno a tre pilastri interconnessi:

1. visibilità completa
Senza una visione chiara degli asset digitali, è impossibile proteggere ciò che conta. La mappatura di endpoint, server e applicazioni è la base di ogni strategia resiliente. ENISA indica la lack of asset visibility come una delle prime cinque cause di compromissione nei settori critici europei.

2. vigilanza continua
Le minacce non dormono. Gli attaccanti sfruttano vulnerabilità non patchate, credenziali esposte o accessi remoti deboli. Il monitoraggio costante tramite EDR, XDR o piattaforme di threat intelligence è l’unico modo per identificare comportamenti anomali e intervenire in tempo reale.
Il Clusit segnala che il tempo medio di rilevamento di un attacco in Italia supera ancora i 200 giorni: un ritardo incompatibile con l’obiettivo di resilienza.

3. reazione e recovery
Quando un incidente avviene, la differenza la fa la velocità di risposta. Procedure chiare, automazioni e test periodici riducono tempi di inattività e perdite economiche. Una resilienza informatica solida consente di isolare rapidamente il danno, proteggere i dati critici e garantire la business continuity.

Come Seqrite aiuta le aziende a costruire resilienza informatica

Seqrite integra prevenzione, detection e risposta in un ecosistema unico progettato per rafforzare la resilienza informatica di ogni azienda.

Le soluzioni Seqrite Endpoint Protection e Seqrite EDR combinano:

  • visibilità centralizzata di tutti gli endpoint aziendali;
  • rilevamento comportamentale delle minacce e analisi in tempo reale;
  • risposta automatica agli incidenti con isolamento e remediation;
  • reportistica avanzata per verificare la postura di sicurezza.

Questo approccio permette alle aziende di passare da una sicurezza reattiva a una resilienza informatica proattiva.
Ogni evento diventa un’opportunità di miglioramento, ogni vulnerabilità un punto di apprendimento.


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